LAGO DEI CIGNI ovvero IL CANTO Teatro Massimo – Sala 1
Il Canto Pescara: La Rivoluzionaria Reinvenzione del Lago dei Cigni al Teatro Massimo
Il mondo della danza classica si prepara a vivere uno degli eventi più attesi della stagione 2025. Venerdì 14 novembre, alle ore 21:00, il prestigioso Teatro Massimo – Sala 1 aprirà le sue porte a una produzione senza precedenti: “Il Canto Pescara”, una rilettura contemporanea e profondamente italiana del capolavoro immortale di Čajkovskij, “Il Lago dei Cigni”. Questo non è semplicemente un balletto, ma un’esperienza artistica totale che promette di ridefinire i confini tra tradizione e innovazione, tra classico e contemporaneo, tra racconto universale e identità locale.
La serata del 14 novembre rappresenterà un momento cruciale per la cultura italiana, un punto d’incontro tra il genio musicale russo e il patrimonio paesaggistico e mitologico della nostra penisola. “Il Canto Pescara” non si limita a trasporre la storia nella cornice italiana, ma ne riscrive completamente la mitologia, mantenendo intatta la struttura narrativa originale ma arricchendola di simboli, suggestioni e significati nuovi, profondamente radicati nell’identità del territorio abruzzese e nella sua relazione ancestrale con l’acqua.
La Genesi di un Capolavoro Contemporaneo: Dal Lago dei Cigni al Fiume Pescara
La genesi di “Il Canto Pescara” affonda le sue radici nell’incontro tra due visioni artistiche straordinarie: quella del coreografo visionario Alessandro Conti e quella della drammaturga e studiosa di mitologie locali Elena Rossetti. Il progetto è nato da una domanda apparentemente semplice ma profondamente rivoluzionaria: cosa accadrebbe se la magia de “Il Lago dei Cigni” non fosse ambientata in una foresta mitologica del Nord Europa, ma lungo le rive di un fiume italiano carico di storia e leggende?
La scelta è caduta sul fiume Pescara non casualmente. Questo corso d’acqua, che attraversa l’Abruzzo dal Gran Sasso al mare Adriatico, porta con sé millenni di storia, leggende popolari e un simbolismo potentissimo. Per due anni, Conti e Rossetti hanno condotto ricerche approfondite sul territorio, studiando le tradizioni locali, i racconti degli anziani, le manifestazioni del folklore e le caratteristiche naturali del fiume. Il risultato è una mitologia completamente nuova ma straordinariamente coerente, che sostituisce l’incantesimo di Rothbart con la maledizione di un antico spirito fluviale, e trasforma i cigni in creature acquatiche ispirate alle ninfe e alle divinità minori della tradizione italica.
La trasposizione non è semplicemente geografica, ma culturale e simbolica. Il lago diventa fiume, i cigni diventano creature fluviali, la foresta incantata si trasforma nelle gole e nelle sponde del Pescara. Anche i personaggi subiscono una profonda trasformazione: il Principe Siegfried diventa il Conte Federico, erede di una nobile famiglia terriera alle prese con le responsabilità del potere e la ricerca della propria identità. Odette si trasforma in Aquilina, una giovane donna vittima di un sortilegio che la costringe a vivere come creatura del fiume durante il giorno, riacquistando forma umana solo alla luce della luna. Il malvagio Rothbart cede il posto a Orione, uno spirito fluviale antico e potente, custode delle acque ma anche geloso della sua solitudine.
La Coreografia Visionaria di Alessandro Conti: Tradizione e Innovazione in Dialogo
Alessandro Conti, considerato uno dei coreografi più innovativi della sua generazione, ha affrontato questa produzione con un approccio che unisce il massimo rispetto per la tradizione del balletto classico a una sperimentazione audace e contemporanea. La sua coreografia per “Il Canto Pescara” mantiene intatte le sequenze più iconiche del balletto originale – dal celebre passo a due del secondo atto alle danze dei cigni – ma le reinterpreta attraverso un linguaggio corporeo che attinge alla danza contemporanea, al teatro fisico e persino a forme di movimento ispirate alle arti marziali.
La caratteristica più rivoluzionaria della coreografia di Conti risiede nella sua capacità di tradurre in movimento le qualità specifiche dell’elemento acqua, in particolare dell’acqua fluviale. I danzatori non si limitano a interpretare cigni, ma diventano l’incarnazione stessa del fiume: le loro braccia non simulano semplicemente ali, ma evocano il fluire delle correnti, i giochi di luce sull’acqua, il movimento delle onde e dei vortici. Il corpo di ballo, composto da 32 artisti selezionati tra i migliori talenti italiani e internazionali, è stato sottoposto a un training specifico che includeva sessioni di osservazione del fiume Pescara in diverse condizioni atmosferiche e a diverse ore del giorno.
Conti ha sviluppato un vocabolario di movimento completamente nuovo, che chiama “idrocinetico”, basato sullo studio delle proprietà fisiche dell’acqua e della sua interazione con la luce, il vento e il paesaggio. Le sequenze di danza di gruppo, in particolare, raggiungono una complessità straordinaria, con formazioni che ricordano i moti fluidodinamici, le spirali dei vortici e la geometria delle onde. Anche la gestualità dei solisti è profondamente innovativa: i movimenti delle braccia e delle mani sono studiati per evocare il flusso dell’acqua, mentre i salti e le rotazioni incorporano elementi di imprevedibilità che ricordano il comportamento delle correnti.
La Musica: Čajkovskij Riscoperto attraverso i Suoni del Territorio
Uno degli aspetti più discussi e anticipati di “Il Canto Pescara” è senza dubbio l’elaborazione musicale. La partitura di Čajkovskij, considerata da molti il vertice assoluto della musica per balletto, viene mantenuta nella sua integrità strutturale, ma arricchita con arrangiamenti e interpolazioni che fanno riferimento alla tradizione musicale abruzzese. Il direttore d’orchestra Marco Bellini, in collaborazione con l’ethnomusicologo Giovanni De Santis, ha lavorato per mesi alla creazione di una versione che rispetti la grandezza dell’originale mentre dialoga con le sonorità del territorio.
L’orchestra del Teatro Massimo, composta da 85 elementi, eseguirà la partitura integrale, ma con alcune significative aggiunte. Nelle sequenze più evocative – come l’apparizione di Aquilina/Odette o la scena del ballo al castello – la musica di Čajkovskij si fonde con motivi tradizionali abruzzesi, eseguiti con strumenti caratteristici come la zampogna, la ciaramella e la tromba degli zingari. Questa scelta non è semplicemente folkloristica, ma profondamente concettuale: rappresenta l’incontro tra la grande tradizione musicale colta europea e le radici popolari italiane, tra universalità e localismo.
Bellini ha spiegato il suo approccio in un’intervista recente: “Non abbiamo voluto ‘abbellire’ Čajkovskij, ma piuttosto creare un dialogo tra la sua musica e quella del territorio. In alcune sequenze, gli archi dell’orchestra dialogano con il suono della zampogna in un contrappunto che esprime visivamente l’incontro tra il principe e la creatura del fiume. In altre, i ritmi delle danze di corte si mescolano con quelli della tarantella abruzzese, a simboleggiare il conflitto tra mondo aristocratico e mondo popolare”.
La Trasformazione dei Personaggi: Nuove Profondità Psicologiche e Simboliche
“Il Canto Pescara” non si limita a cambiare i nomi dei personaggi, ma ne ridefinisce completamente la psicologia, i motivi e il simbolismo, adattandoli al nuovo contesto narrativo e culturale.
Aquilina/Odette: La protagonista femminile viene trasformata da principessa-cigno a spirito del fiume. Aquilina non è vittima di un incantesimo casuale, ma rappresenta l’anima stessa del fiume Pescara, costretta a prendere forma umana da una maledizione antica. La sua dualità – umana di notte, creatura acquatica di giorno – simboleggia il rapporto complesso tra l’uomo e la natura, tra civiltà e wilderness. La sua danza incorpora elementi che ricordano il movimento dell’acqua, con fluidità e improvvisi scatti che evocano il comportamento delle correnti.
Il Conte Federico/Siegfried: Il protagonista maschile non è più un principe alle prese con le responsabilità del trono, ma il giovane erede di una famiglia nobile terriera, diviso tra il desiderio di modernità e il peso della tradizione. La sua crisi esistenziale riflette i conflitti dello sviluppo contemporaneo, il rapporto problematico tra progresso e conservazione ambientale. La sua danza unisce la tecnica classica a movimenti più terreni e radicati, che esprimono il suo legame con la terra e le sue responsabilità verso di essa.
Orione/Rothbart: L’antagonista viene completamente rivoluzionato. Orione non è un mago malvagio, ma uno spirito fluviale antico, custode delle acque, che ha maledetto Aquilina non per crudeltà, ma per proteggere il fiume dall’invasione umana. La sua danza è potente, primordiale, con movimenti che evocano la forza incontrollabile della natura. Orione rappresenta la voce del fiume stesso, la sua resistenza alla civilizzazione, la sua memoria antica.
Odile: Anche il personaggio di Odile subisce una trasformazione significativa. Nel nuovo contesto narrativo, non è semplicemente il doppio malvagio di Aquilina, ma diventa l’incarnazione della modernità senza radici, della civiltà che vuole dominare la natura senza comprenderla. La sua danza è tecnicamente perfetta ma meccanica, priva dell’organicismo e della fluidità che caratterizzano i movimenti di Aquilina.
La Scenografia e i Costumi: Un Viaggio Sensoriale lungo il Fiume
La produzione di “Il Canto Pescara” vanta una squadra creativa di altissimo livello, guidata dallo scenografo Luca Bianchi e dalla costumista Silvia Romano. Il loro lavoro congiunto trasformerà la Sala 1 del Teatro Massimo in un’esperienza immersiva che coinvolgerà tutti i sensi dello spettatore.
La scenografia di Bianchi abbandona completamente l’estetica delle fiabe nordiche per immergere il pubblico nell’atmosfera del fiume Pescara. Attraverso un sofisticato sistema di proiezioni olografiche, mapping 3D e scenografie fisiche mobili, lo spettatore verrà trasportato lungo il corso del fiume, dalle sue sorgenti montane fino alla foce adriatica. Le sequenze più iconiche del balletto vengono completamente reimmaginate: il lago dei cigni diventa una suggestiva ansa del fiume illuminata dalla luna; il castello del principe si trasforma in un palazzo nobiliare abruzzese; la foresta incantata cede il posto alle gole scavate dal fiume nella roccia.
I costumi di Silvia Romano rappresentano forse l’elemento più visivamente sorprendente della produzione. Abbandonati i tradizionali tutù, i danzatori indosseranno costumi che uniscono riferimenti alla tradizione abruzzese con un design avanguardistico. I costumi delle creature del fiume sono realizzati con tessuti innovativi che cambiano colore e trasparenza in base alla luce, evocando le qualità cangianti dell’acqua. I costumi di corte, invece, rielaborano in chiave contemporanea gli abiti tradizionali della nobiltà terriera abruzzese dell’Ottocento.
Romano ha sviluppato tessuti speciali in collaborazione con un laboratorio di ricerca milanese, utilizzando tecnologie all’avanguardia che permettono ai costumi di interagire con le luci di scena, creando effetti di riflesso e trasparenza che ricordano la superficie dell’acqua. I copricapi delle creature fluviali, ispirati alle forme degli uccelli acquatici ma anche alle ninfe della mitologia classica, sono vere e proprie sculture mobili che si trasformano durante la danza.
Il Cast: Eccellenza Italiana e Talento Internazionale
La produzione de “Il Canto Pescara” riunisce alcuni dei nomi più prestigiosi del panorama della danza italiana e internazionale, creando un ensemble di straordinaria qualità tecnica e interpretativa.
Nel ruolo di Aquilina/Odette: La prima ballerina del Teatro alla Scala, Beatrice Colombo, considerata una delle interpreti più sensibili della sua generazione. Colombo ha lavorato per mesi con coreografi e registi per sviluppare il personaggio di Aquilina, studiando non solo la tecnica di danza ma anche il comportamento degli uccelli acquatici e le caratteristiche del movimento dell’acqua.
Nel ruolo del Conte Federico/Siegfried: Il danzatore principale del Royal Ballet di Londra, Andrea De Luca, reduce da successi internazionali. De Luca porta al personaggio non solo una tecnica impeccabile, ma anche una profondità interpretativa che promette di dare nuova complessità psicologica al protagonista maschile.
Nel ruolo di Orione/Rothbart: Il danzatore e coreografo francese Jean-Luc Moreau, noto per le sue interpretazioni di personaggi complessi e ambigui. Moreau ha sviluppato per Orione un linguaggio corporeo ibrido che unisce danza classica, arti marziali e movimento contemporaneo.
Nel ruolo di Odile: La giovane stella emergente russa, Irina Volkova, celebre per la sua tecnica virtuosistica e la sua presenza scenica magnetica. Volkova interpreterà il doppio ruolo di Odile con un approccio che enfatizza il contrasto tra la perfezione glaciale del suo personaggio e l’umanità sofferente di Aquilina.
Il corpo di ballo, composto da 32 artisti selezionati attraverso audizioni in tutta Europa, rappresenta un mix unico di esperienza e gioventù, tradizione e innovazione. Molti di loro hanno partecipato a workshop intensivi con coreografi e antropologi per approfondire la mitologia creata per lo spettacolo e sviluppare un linguaggio di movimento coerente con la visione del progetto.
I Temi e i Simboli: Una Rilettura Contemporanea di un Mito Eterno
“Il Canto Pescara” utilizza la struttura narrativa del classico per esplorare temi di straordinaria attualità, trasformando il balletto in un’opera profondamente contemporanea e socialmente rilevante.
Il rapporto uomo-natura: Al centro della rilettura c’è il tema del rapporto tra l’umanità e l’ambiente naturale. Il conflitto tra il Conte Federico e Orione rappresenta la tensione tra sviluppo economico e conservazione ambientale, tra il desiderio di dominare la natura e la necessità di rispettarla. Aquilina, intrappolata tra due mondi, diventa il simbolo della natura violata e trasformata dall’intervento umano.
Identità e tradizione: La trasposizione in terra abruzzese permette di esplorare il tema dell’identità locale in un mondo globalizzato. I personaggi sono tutti alle prese con il conflitto tra radici tradizionali e modernità, tra appartenenza a un territorio specifico e apertura a influenze esterne.
Dualità e trasformazione

Dove
Via Caduta del Forte, 15, PESCARA, IT, 65121